giovedì 12 giugno 2014

Cultura e comunicazione

CULTURA
Insieme di credenze, pensieri e valori che identificano un gruppo e lo distinguono dagli altri. Influenza il singolo individuo nella formazione della sua identità. La cultura nelle sue mille sfaccettature risulta visibile soprattutto in caso di minacce o conflitti interculturali in quanto normalmente viene considerata uno sfondo della nostra vita quotidiana.
La ricerca in psicologia sociale sulla cultura si è soffermata sul confronto delle differenze tra occidente (individualista) e oriente (collettivista) e per questo motivo Franz Boas che ha più volte considerato la cultura come il centro delle scienze sociale, ha sottolineato l’importanza di studiare come essa influenzi le persone.
Molte volte si verificano delle differenze nei valori sociali e nelle attribuzioni:
  1. tendenza sistematica della corrispondenza: secondo la quale le persone considerano eccessivamente il comportamento come prodotto di caratteristiche della personalità. (gli americani hanno maggiormente questa tendenza rispetto agli indiani).
  2. Conformismo: cambiamento del comportamento dovuto alla pressione del gruppo (maggiore per gli orientali)
  3. L’aggressività: popolazioni collettiviste che sminuiscono il successo individuale risultano meno aggressive rispetto a quelle individualiste dove la violenza e l’aggressività non solo solo motivate ma anche incoraggiata (cultura dell’onore).
INDIVIDUALISMO VS. COLLETTIVISMO
i valori sociali di un popolo lo orientano e lo rendono molte volte stabile.
Il collettivismo è maggiormente è caratteristico delle società tradizionali, delle tribù, delle grandi famiglie, delle comunità che non hanno una lingua scritta. L’individualismo nasce da processi di industrializzazione, nascita del laicismo e dal comportamento del nucleo famigliare

Il sé indipendente è il sé interdipendente
Due concetti del sé caratteristici delle due diverse culture.  Quello indipendente caratterizza le culture individualiste come quella occidentale ed è caratterizzato dal fatto di essere un entità autonoma i cui attributi interni come i sentimenti e i pensieri danno vita al comportamento senza quasi alcuna influenza dei fattori esterni. Quello interdipendente caratterizza le culture collettiviste e subisce fortemente le influenze del contesto sociale, gli altri sono considerati una parte del sé e viceversa e il comportamento dipende da cause esterne soprattutto. Queste due concezioni del sé sono fondamentali nella formazione della personalità e dell’identità.

Acculturazione
Processo attraverso il quale si possono apprendere le regole comportamentali di un’altra cultura e deriva molto spesso dal contatto diretto prolungato. Coloro che migrano possono decidere di effettuare questo processo attraverso vari meccanismi:
integrazione: mantiene la cultura di origine e si relazione con quella nuova(maggiormente usata)
assimilazione: rinuncia alla sua cultura e accetta quella nuova (totaleà abbandono completo delle proprie tradizione o meltin potà assimilazione delle minoranze e modifica della cultura ospitante)
separazione: mantiene la cultura di origine e isola quella nuova
marginalizzazione: rinuncia alla sua cultura e fallisce nell’adeguarsi a quella nuova
domanda della psicologia sociale: l’integrazione è positiva solo per il singolo migrante o lo diventa per il gruppo e la cultura ospitante?
Società multiculturali: società in cui culture dominanti e  minoritarie si fondono insieme. Possono assumere forma di laissez-faire permettendo alle diversità culturali di proporsi senza aiuto di cultura ospitante oppure possono nascere in seguito a politiche nazionali che sostengono la diversità. L’efficienza del multiculturalismo dipende dal fatto che le identità e le usanze dei gruppi di minoranza vengano rispettate.

COMUNICAZIONE
Principale mezzo dell’interazione sociale (relazioni interpersonali, condivisione di idee, influenze reciproche)
Il linguaggio è la principale forma di comunicazione umana e ha varie forme (verbali e non); ha molteplici aspetti sociali che permettono la comunicazione tra persone che verbalmente non si capiscono. Il linguaggio non determina il pensiero ma ci aiuta a comunicare concetti che fanno parte del nostro mondo. Grazie al linguaggio si comunicano non solo i concetti ma anche i modi (paralinguaggio: insieme degli elementi che accompagnano il discorso che possono cambiare radicalmente il significato delle cose).
Contiene marcatori sociale ovvero caratteristiche che danno informazioni su stati d’animo, contesti e status, le quali influenzano e indirizzano gli atteggiamenti delle persone con cui ci rapportiamo.
Secondo una recente opera, per giudicare gli altri sulla base del linguaggio utilizziamo lo status e a solidarietà.
La varietà standard di linguaggio(parlato formale)riflette status economico elevato e potere mentre le varietà non standard riflettono le parlate regionali, i dialetti e le minoranze linguistiche.
La teoria dell’identità etnolinguistica dice che i gruppi etnici si differenziano tra loro per vari aspetti tra cui il linguaggio. Per tutti questi motivi lo stile del linguaggio definisce l’appartenenza al gruppo e per questo è importante la vitalità interetnica che descrive le caratteristiche in grado di influenzare la sopravvivenza o la scomparsa di un gruppo etnolinguistico; ovviamente gruppi di status elevato hanno elevata vitalità mentre gruppi che sono in estinzione hanno bassa vitalità.
Un’altra questione fondamentale per un soggiorno sereno per un immigrato è l’apprendimento di una seconda lingua (la lingua franca in europa) ed aspirare a dominarla come un nativo e ciò dipende dalla motivazione individuale e non dalla predisposizione. La scarsa competenza della lingua indebolisce la sicurezza di sé e causare isolamento e sofferenza psicologica; di contro parlare la lingua molto bene assimilandosi può comportare la perdita della cultura originaria.
La comunicazione non verbale, utilizzo di mezzi diversi dal linguaggio parlato, è utile per diversi motivi: consente di avere informazioni su sentimenti e intenzioni degli altri, regolare le interazioni, esprimere intimità, stabilire posizione di dominanza e controllo e agevolare il raggiungimento di un obiettivo. La padronanza del proprio corpo è fondamentale per questo tipo di comunicazione anche se nonostante ciò ci sono persone con abilità diversa nel comprendere questo tipo di segnali.
Un altro aspetto di questo tipo di comunicazione è l’espressione delle emozioni ognuna delle quali ha un proprio pattern facciale. In ogni caso per quanto riguarda l’espressione, devono rispettare delle regole di ostentazione le quali stabiliscono se sia appropriato o meno esprimere le emozioni in determinati contesti: incoraggiamento per le donne e per le culture mediterranee e scoraggiamento per gli uomini e le culture nord europee e asiatiche.
Il contatto visivo è importante soprattutto per relazioni intime e corrisponde allo sguardo reciproco tra due individui. Secondo alcuni studiosi lo sguardo è il principale mezzo di comunicazione non verbale anche se a volte risulta imbarazzante e sgradevole. Guardiamo maggiormente le persone che troviamo piacevoli e meno quelle spiacevoli inoltre tanti sguardi reciproci sono segno di intimità. Lo sguardo ha un ruolo importante delle conversazioni. Lo sguardo comunica relazioni di status (tendiamo a guardare di più persone di status inferiore rispetto a quelle di status elevato).

Uniamo braccia e mani per arricchire il significato di quello che diciamo; ci sono differenze di tipo sessuale; emblema di gesti speciali che sostituiscono o integrano il linguaggio verbale alcuni dei quali sono condivisi e altri specifici e per questo alcune differenze possono portare a conseguenze gravi.La distanza studiata dalla prossemica è importante nella comunicazione; due persone vicine si scambiano più segnali e questa distanza stabilisce il confine tra riservatezza e intimità.
Lo spazio personale, spazio fisico che circonda il corpo delle persone stabilisce l’importanza che le persone attribuiscono alla propria zona di protezione.
L’aumento dell’intimità secondo la teoria dell’equilibrio stabilisce l’aumento di altre modalità di interazione.

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