CULTURA
Insieme
di credenze, pensieri e valori che identificano un gruppo e lo distinguono
dagli altri. Influenza il singolo individuo nella formazione della sua
identità. La cultura nelle sue mille sfaccettature risulta visibile soprattutto
in caso di minacce o conflitti interculturali in quanto normalmente viene
considerata uno sfondo della nostra vita quotidiana.
La
ricerca in psicologia sociale sulla cultura si è soffermata sul confronto delle
differenze tra occidente (individualista) e oriente (collettivista) e per
questo motivo Franz Boas che ha più volte considerato la cultura come il centro
delle scienze sociale, ha sottolineato l’importanza di studiare come essa
influenzi le persone.
Molte
volte si verificano delle differenze nei valori sociali e nelle attribuzioni:
- tendenza sistematica della corrispondenza: secondo la quale le persone considerano eccessivamente il comportamento come prodotto di caratteristiche della personalità. (gli americani hanno maggiormente questa tendenza rispetto agli indiani).
- Conformismo: cambiamento del comportamento dovuto alla pressione del gruppo (maggiore per gli orientali)
- L’aggressività: popolazioni collettiviste che sminuiscono il successo individuale risultano meno aggressive rispetto a quelle individualiste dove la violenza e l’aggressività non solo solo motivate ma anche incoraggiata (cultura dell’onore).
INDIVIDUALISMO
VS. COLLETTIVISMO
i valori sociali di un popolo lo orientano e lo rendono molte volte stabile.
i valori sociali di un popolo lo orientano e lo rendono molte volte stabile.
Il
collettivismo è maggiormente è caratteristico delle società tradizionali, delle
tribù, delle grandi famiglie, delle comunità che non hanno una lingua scritta.
L’individualismo nasce da processi di industrializzazione, nascita del laicismo
e dal comportamento del nucleo famigliare
Il
sé indipendente è il sé interdipendente
Due
concetti del sé caratteristici delle due diverse culture. Quello indipendente caratterizza le culture
individualiste come quella occidentale ed è caratterizzato dal fatto di essere
un entità autonoma i cui attributi interni come i sentimenti e i pensieri danno
vita al comportamento senza quasi alcuna influenza dei fattori esterni. Quello
interdipendente caratterizza le culture collettiviste e subisce fortemente le
influenze del contesto sociale, gli altri sono considerati una parte del sé e
viceversa e il comportamento dipende da cause esterne soprattutto. Queste due
concezioni del sé sono fondamentali nella formazione della personalità e
dell’identità.
Acculturazione
Processo
attraverso il quale si possono apprendere le regole comportamentali di un’altra
cultura e deriva molto spesso dal contatto diretto prolungato. Coloro che
migrano possono decidere di effettuare questo processo attraverso vari
meccanismi:
integrazione:
mantiene la cultura di origine e si relazione con quella nuova(maggiormente
usata)
assimilazione:
rinuncia alla sua cultura e accetta quella nuova (totaleà abbandono completo
delle proprie tradizione o meltin potà assimilazione delle minoranze e modifica della cultura
ospitante)
separazione:
mantiene la cultura di origine e isola quella nuova
marginalizzazione:
rinuncia alla sua cultura e fallisce nell’adeguarsi a quella nuova
domanda della psicologia sociale: l’integrazione è positiva
solo per il singolo migrante o lo diventa per il gruppo e la cultura ospitante?
Società multiculturali: società in cui culture dominanti
e minoritarie si fondono insieme.
Possono assumere forma di laissez-faire permettendo alle diversità culturali di
proporsi senza aiuto di cultura ospitante oppure possono nascere in seguito a
politiche nazionali che sostengono la diversità. L’efficienza del
multiculturalismo dipende dal fatto che le identità e le usanze dei gruppi di
minoranza vengano rispettate.
COMUNICAZIONE
Principale mezzo dell’interazione sociale (relazioni
interpersonali, condivisione di idee, influenze reciproche)
Il linguaggio è la principale forma di comunicazione umana e
ha varie forme (verbali e non); ha molteplici aspetti sociali che permettono la
comunicazione tra persone che verbalmente non si capiscono. Il linguaggio non
determina il pensiero ma ci aiuta a comunicare concetti che fanno parte del
nostro mondo. Grazie al linguaggio si comunicano non solo i concetti ma anche i
modi (paralinguaggio: insieme degli elementi che accompagnano il discorso che
possono cambiare radicalmente il significato delle cose).
Contiene marcatori sociale ovvero caratteristiche che danno
informazioni su stati d’animo, contesti e status, le quali influenzano e
indirizzano gli atteggiamenti delle persone con cui ci rapportiamo.
Secondo una recente opera, per giudicare gli altri sulla
base del linguaggio utilizziamo lo status e a solidarietà.
La varietà standard di linguaggio(parlato formale)riflette
status economico elevato e potere mentre le varietà non standard riflettono le
parlate regionali, i dialetti e le minoranze linguistiche.
La teoria dell’identità etnolinguistica dice che i gruppi
etnici si differenziano tra loro per vari aspetti tra cui il linguaggio. Per
tutti questi motivi lo stile del linguaggio definisce l’appartenenza al gruppo
e per questo è importante la vitalità interetnica che descrive le
caratteristiche in grado di influenzare la sopravvivenza o la scomparsa di un
gruppo etnolinguistico; ovviamente gruppi di status elevato hanno elevata
vitalità mentre gruppi che sono in estinzione hanno bassa vitalità.
Un’altra questione fondamentale per un soggiorno sereno per
un immigrato è l’apprendimento di una seconda lingua (la lingua franca in
europa) ed aspirare a dominarla come un nativo e ciò dipende dalla motivazione
individuale e non dalla predisposizione. La scarsa competenza della lingua
indebolisce la sicurezza di sé e causare isolamento e sofferenza psicologica;
di contro parlare la lingua molto bene assimilandosi può comportare la perdita
della cultura originaria.
La comunicazione non verbale, utilizzo di mezzi diversi dal
linguaggio parlato, è utile per diversi motivi: consente di avere informazioni
su sentimenti e intenzioni degli altri, regolare le interazioni, esprimere
intimità, stabilire posizione di dominanza e controllo e agevolare il
raggiungimento di un obiettivo. La padronanza del proprio corpo è fondamentale
per questo tipo di comunicazione anche se nonostante ciò ci sono persone con
abilità diversa nel comprendere questo tipo di segnali.
Un altro aspetto di questo tipo di comunicazione è
l’espressione delle emozioni ognuna delle quali ha un proprio pattern facciale.
In ogni caso per quanto riguarda l’espressione, devono rispettare delle regole
di ostentazione le quali stabiliscono se sia appropriato o meno esprimere le
emozioni in determinati contesti: incoraggiamento per le donne e per le culture
mediterranee e scoraggiamento per gli uomini e le culture nord europee e
asiatiche.
Il contatto visivo è importante soprattutto
per relazioni intime e corrisponde allo sguardo reciproco tra due individui. Secondo alcuni studiosi lo sguardo è il principale mezzo di
comunicazione non verbale anche se a volte risulta imbarazzante e sgradevole. Guardiamo maggiormente le persone che troviamo piacevoli e
meno quelle spiacevoli inoltre tanti sguardi reciproci sono segno di intimità. Lo sguardo ha un ruolo importante delle conversazioni. Lo sguardo comunica relazioni di status (tendiamo a guardare
di più persone di status inferiore rispetto a quelle di status elevato).
Uniamo braccia e mani per arricchire il significato di
quello che diciamo; ci sono differenze di tipo sessuale; emblema di gesti speciali che sostituiscono o integrano il linguaggio verbale alcuni dei
quali sono condivisi e altri specifici e per questo alcune differenze possono
portare a conseguenze gravi.La distanza studiata dalla prossemica è importante nella
comunicazione; due persone vicine si scambiano più segnali e questa distanza
stabilisce il confine tra riservatezza e intimità.
Lo spazio personale, spazio fisico che circonda il corpo
delle persone stabilisce l’importanza che le persone attribuiscono alla propria
zona di protezione.
L’aumento dell’intimità
secondo la teoria dell’equilibrio stabilisce l’aumento di altre modalità di
interazione.
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